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Nel 1838 uscì a Firenze "Una notte di Dante", l'opera più celebre di Giovanni Marchetti, straordinaria e poliedrica figura di umanista, letterato e politico, nonché grande studioso delle opere e del pensiero di Dante Alighieri, vissuto a cavallo tra l'età napoleonica e la stagione del Risorgimento. Si tratta di un componimento poetico in quattro canti in terza rima, tra i più rilevanti della produzione dantesca del Marchetti, che segue un discorso sull'Alighieri del 1819 e il Discorso intorno allo stato presente della letteratura italiana del 1824. Basandosi su un'antica leggenda, in "Una notte di Dante" l'autore racconta la notte trascorsa da Dante Alighieri il 2 Maggio 1318 presso il convento camaldolese di S. Croce di Fonte Avellana, sotto il monte Catria, nei pressi di Gubbio, il suo colloquio con il priore (uno degli Angiolini da Brivio, antenato quindi del Marchetti stesso) e con Castruccio Castracani, Capitano del Popolo di Lucca, sul misero stato dell'Italia e sulla speranza di riscatto che, ammonisce un profetico eremita, non avverrà che molti secoli più tardi.