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I versi di Antonio Pelliccia vivono in simbiosi con il mare; quel mare della sua bella Napoli. Il Poeta ne apprezza la forza dirompente, lo sciabordio delle onde che lambiscono la spiaggia, dove ogni anima inquieta cerca un approdo e dove il ricordo della persona amata emerge dalle acque come il canto di una sirena a tormentare il suo cuore stanco: "Ora è solo il ricordo d'un'antica stagione, che svanisce nell'aria sulle ali d'una spenta consolazione per la tua lontananza". Altre stagioni si susseguono nella vita del Poeta, così pure altri amori, benché sia consapevole che certe alchimie appartengono al passato. Il dolore si trasforma in accettazione per la condizione presente: "Ti lascio quel che resta della mia frenesia, che è diventata cenere ed è volata via dispersa nell'oceano della tua indifferenza...". La poesia di Antonio Pelliccia è velata di malinconia per un passato dove il rimpianto, per ciò che poteva essere e non è mai stato, è ancora forte: "E in questo fioco luccicare di freschi rimpianti ci consola lo spettacolo lieto di questa marina solitaria...". È l'amore tormentato, quello irrisolto, quello che lacera l'anima.