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Nei due libri-raccolte che costituiscono "Tra spighe viola pallido 2013-2017", "Invalidi esili" e "Fuoco erboreo", Anna Cascella Luciani offre al lettore una poesia che «si dispiega sotto i due segni convergenti dell'esilio e del fuoco, attraversa la malattia, tocca l'essere tardo dell'età, in una considerazione di sé sotto il segno della perdita, del bruciare, ma anche del ritorno, del riconoscimento». Questa peculiare «vita in versi» - sono ancora parole dalla prefazione di Giulio Ferroni - assume connotati ora decisivi - non tralasciando quelle apparizioni dal «mondo vegetale», quasi emblema araldico della sua poesia -, nell'aprirsi a una nuova forma di «intelletto d'amore»: una sincronica enucleazione del «passare del tempo» che riunisce la dimensione autobiografica alla sapienza dei classici, alla dimensione del mito, ai drammi più violenti della realtà e della storia. Nella piena consapevolezza della propria testimonianza: «ho saputo so anch'io / ho letto ogni giorno ho visto / ogni giorno quanto / è accaduto accadeva / accade accadeva - non ho / lasciato da parte il sapere / per quanto possibile - / anche ieri anche oggi».