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Il protagonista di questa storia - Siro, giovane maestro in una scuola di campagna - oggi sarebbe un campione di mascolinità tossica. A Roma per un esame universitario, finisce in una piccola pensione frequentata da personaggi bizzarri e gestita dalle donne della famiglia De Donato, con cui si instaura un rapporto ambiguo e opportunistico. Non ha talenti o vocazioni. L'unica aspirazione è non tornare nella sua «orribile tana» - la casa paterna, la madre invadente e premurosa, l'aula gelata in cui insegna - trovando rifugio in una città che sembra attrarlo negli aspetti più cupi e decadenti, come una bisca allestita nei bassifondi di Trastevere. Solo con Emma, incontrata per caso nei corridoi della facoltà, nasce un legame inaspettato e perfino sincero. Pubblicato nel 1948, "Uno che si salva" è, tra i testi di Jovine, forse quello più eccentrico e originale rispetto ai romanzi di ambientazione storica che lo hanno reso celebre.