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Si leggono, se ne apprezza l'intensa musicalità e si torna indietro a scorrerle per assaporarne il sapore dolce amaro. "Tra veglia e suonno" si presenta come una finestra in rima aperta sulle emozioni dell'autore, Ciro Tranchese, anima inquieta che, armata di carta e penna, cerca attraverso la poesia di trovare e donare pace. Da queste liriche, divise in tre sezioni ipercorrenti, quelli che l'autore ritiene i sentimenti basilari dell'esistenza, emerge la forte sensibilità di un uomo che di fronte a una quotidianità spesso triste e solitaria, trova occasione per trasformare l'ordinario in straordinario. L'autenticità dei contenuti si esprime nella sua totalità anche grazie all'uso della lingua napoletana; ci sembrerà dunque di passeggiare per vie solitarie, sferzati dal vento, in riva al mare o al chiaro di luna. Questo florilegio riesce a strappare dei sorrisi, ma suscita anche riflessioni profonde e dona al lettore lo stimolo di ritargliarsi il proprio piccolo e pacifico spazio personale, lontano dalla caoticità giornaliera, fortezza poetica in cui ritrovare il gusto per le piccole grandi cose della vita. Le poesie sono in lingua napoletana, ma con traduzione in italiano.