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È un bel viaggio, questo libro. Il viaggio di una vita reale, scritto come una favola, con rimandi anche a molte fiabe, l'autrice/protagonista ammette di essersi ispirata per tutta la vita alle principesse della Disney. Snocciola bene tutto il percorso della vita di una persona che, come ognuno di noi, impara a conoscere l'umanità. E anche a capire che Babbo Natale non esiste se non ci si crede più, che è un po' quello che accade a Cristina. Lei è disillusa, non crede più alla magia ma solo perché è convinta che la felicità e l'amore verranno dagli altri, che qualcuno, che sia un Filippo, un Manuel, uno Zeus (poco cambia) prima o poi si farà carico delle sue scelte. Aspettava sempre che qualcuno la trattenesse, che non le permettesse di andare oltre per non consentirle di sbagliare. È questo che presto la riduce a sentirsi defraudata di anni irrecuperabili e perduti, ne addossa la colpa all'amore, anzi al suo concetto di amore. L'amore da carrozza di Cenerentola che doveva giungere e risolvere tutte le sue indecisioni e i suoi drammi con la bacchetta magica di Fata Turchina. Un amore che non esiste e se esiste è inquietante, perché il Principe al mattino non c'è più.