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Lo stile teso, vibrante e molto pittorico di Silvia Burli crea delle immagini potenti e originali. Ha un senso preciso della struttura narrativa, che sprigiona un profumo che talvolta fa pensare a Juan Rulfo in intensità e profondità umana. C'è una consapevolezza arguta dell'aspetto fuggitivo delle cose, e una profonda inquietudine che infonde valore alla bellezza, ma anche un dono per esplorare i sentimenti umani che spaziano dall'innocenza alla crudeltà. Una prima opera potente ed originale che fa "Ascoltare il corpo farsi grande, scomparire nell'immensità".