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I Pascucci, tre fratelli tombaroli ormai anziani, sono alle prese con una vendetta da consumare ai danni di un loro vecchio amico francese, il ricco Emile Rostand: lo sospettano responsabile della denuncia a causa della quale hanno passato sette anni in prigione e perso il fratello Ottavio, colpito per errore da una pallottola. Ambientata a Tarquinia negli anni '80, la storia viene raccontata da Giuseppe, figlio di Ottavio, considerato la pecora nera della famiglia perché istruito e poco incline alla frode. Con grande vivacità e umorismo, la narrazione diventa soprattutto un pretesto per dipingere un mondo, quello particolare dei Pascucci: il mondo dei predatori di tombe etrusche, un mondo di inganni, ma in fondo anche di tanta umanità. "Chiesi che differenza ci fosse tra morire bene e morire male e mi dissero che un giorno l'avrei capito da solo. Io non l'ho mai capito invece".