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L'opera poetica parla di un tempo che inciampa nella gola, di apparenze che si annullano nei versi, dove il tratteggio è ossigeno, è lo spazio tra le parentesi. Questi versi prendono atto delle mancanze, dei vuoti colmati da occhi grati, perché sia ancora possibile stupirsi di un mare che coniuga verbi connessi al cielo, che conserva ancora gli odori, nonostante alcuni respiri non scandiscano più dolcezze su volti già divenuti ignoti.