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Il mito greco narra del giovane Perseo, figlio di Zeus, che affronta la Gorgone Medusa per decapitarla, salvando così anche la madre. La dea Atena fornisce all'eroe lo scudo riflettente che gli permette di non incrociare in modo diretto lo sguardo pietrificante del mostro. La "mitobiografia" articolata nel testo vede in questo racconto la radice di una duplice vocazione: alla riflessione filosofica e all'analisi della psiche, individuando come origine comune ad entrambe un peculiare "ampliamento dello sguardo" - quello appunto inaugurato dall'impiego dello scudo di Atena da parte di Perseo. Esso apre una terza via fra l'affrontamento diretto del sommamente perturbante, perlopiù destinato allo scacco, e l'idealizzazione di chi pretende di "guardare in alto" senza fare i conti con le proprie angosce: una via che, invece, può aprirci a una nuova dimensione, in cui la consapevolezza non è disgiunta dalla vitalità.