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Scrive Mirka Tabanelli, a legittimazione del titolo di questa sua prima raccolta di poesie e forse dei suoi temi: «Sono affascinata dai caratteri mobili, dall'idea che con l'accostamento di ventisei grafemi si sia scritto di tutto, nei secoli: da capolavori grandiosi come la Divina Commedia , a ricette di cucina, testi scientifici, poesie amorose e via dicendo. Mi piace pensare che la combinazione di così pochi segni abbia dato vita ad opere tanto diverse tra loro: è un po'come quando pensi alle note musicali: sono sempre e solo sette, ma la loro armonia non è mai la stessa, dipende chi incontrano prima e chi trovano poi, quanto lunghe sono le pause, il ritmo che decidi di dare o lo strumento che decidi di suonare. Un po' proprio come le persone: possiamo essere letti e scritti in tanti modi differenti pur rimanendo sempre la stessa lettera; in base al posto che occupiamo, creiamo accordi e composizioni sempre nuove e diverse. In fondo, siamo anche noi caratteri mobili».