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Questo libro, nella sua originalità, è una metafora della vita: unisce racconti di esilarante "Romagnolità" con discussioni scientifiche, storie di vecchi apicoltori e approfondimenti religiosi che, pur non dichiarati, toccano la vita di ciascuno. Il tutto con la leggerezza dello scambio di esperienza, di condivisione di contesti apparentemente lontani, del piacere che si prova ancora ad ascoltare storie che riempivano la fumosa atmosfera dei circoli di campagna, le sale da ballo, i salotti cittadini e le chiese semivuote nella calura estiva. Dietro ai racconti, come un'immensa nube bianca, emerge e cresce l'anima profonda e gioiosa della Romagna, con i suoi eccessi, i suoi tratti caratteriali, la sua voglia di raccontare ed ascoltare anche le storie più strane. Ma mai d'accordo! Ognuno può vedere la storia a modo suo, accettarla o rifiutarla a suo piacere e farne oggetto di confronto, di quella polemica discussione che per i Romagnoli (pecore indisciplinate del gregge divino) rappresenta il carattere distintivo di appartenenza. Una volta si raccontavano le favole ed era il narratore che riusciva a rendere interessante e nuova una vecchia storia raccontata mille volte; questo libro riporta storie nuove, vere o verosimili, che sorprendono e coinvolgono il lettore perché descrivono la vita di persone vicine, con la loro umanità, la loro rudezza, i loro dubbi e la loro nitida impronta caratteriale. Tutto questo unisce, rinfranca, rallegra e fa nascere il sorriso, con un pizzico di nostalgia.