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Si può vivere una vita intera raccontando con intelligenza, acume, cultura sconfinata, le architetture formali della libertà, celebrarne i fasti filosofici, politici, sociali, le vittorie e le sconfitte, insegnarne le virtù e, nel contempo, avvertire l'insufficienza della propria personale dimensione della libertà come angoscia di incompiutezza, di imperfezione? Può essere un'assenza scelta il modo per incamminarsi verso un ricongiungimento dell'io diviso, verso una conversione, attraverso l'elaborazione del proprio personale vissuto emotivo? Il protagonista di questa storia si ritrova - solitario ma non solo - di fronte a qualcosa che percepisce come un dilemma etico. Nella sua assenza, incontra altre assenze, vite di altri di cui scrive, sullo sfondo di una crescente tensione verso l'onestà e la verità dei sentimenti. Si tratta di un itinerario nella realtà, quasi per nulla immaginifico, che rivela, passo dopo passo, come nello scavo paziente di un prezioso reperto archeologico, quell'immagine interiore nella quale il percorso della libertà si ricongiunge, consentendo prima o poi il ritorno a casa.