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Nel mondo di ieri, dominato da un rigido legalismo, lo Stato era ritenuto il produttore esclusivo e necessario del diritto. Il paesaggio giuridico muta nel corso del Novecento a causa di eventi di straordinario rilievo. Gli Stati non riescono più a ordinare il divenire e lo stesso Codice civile, nella sua aspirazione a ridurre entro un sistema chiuso e completo di regole una intera branca disciplinare, si vede impotente a realizzare un fine irraggiungibile. Nell'esperienza giuridica contemporanea il diritto si rinnova costantemente a partire da materiali vari e attraverso l'articolazione di fonti di origine e autoritatività differenziate, in un contesto destrutturato e reticolare nel quale assume rilevanza il diritto dei privati. Il contratto, in particolare, non costituisce soltanto il luogo di applicazione di regole legali ma spesso si pone come fonte di nuovo diritto, concorrendo a ordinare la realtà sociale.