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«Onoriamo i nostri compagni riprendendo la loro lotta. La gioia e il dolore esistono in ogni momento, la speranza e la disperazione, la presenza e l'assenza: a quali di queste siamo più sensibili? Cosa onoriamo e a cosa facciamo spazio? La strategia che adottiamo influenza anche i nostri compagni, perché la nostra gioia e il nostro dolore sono condivisi. Se sentiamo di più il nostro dolore, lo sentono anche i nostri compagni, ed esso si riflette e si moltiplica e diventa molto più pesante. Se siamo presi dal panico, esso può allargarsi ad ondate a tutte le persone con cui entriamo in contatto. Se proviamo di più la nostra gioia, il morale tra i compagni si moltiplica e diventiamo tutti più forti».