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La così detta "impresa" sulla città di Fiume fu una conseguenza degli avvenimenti in corso nell'anno 1919. Quanto accadeva a Parigi intorno ai tavoli della Conferenza di pace creò nei plenipotenziari italiani un senso di frustrazione che ricadde inevitabilmente sul paese. Nel corso delle trattative, apparve evidente l'impossibilità a soddisfare le aspettative e comparve lo spettro della vittoria "mutilata", presupposto per la marcia dei legionari da Ronchi a Fiume, per la proclamazione della Reggenza e la successiva promulgazione della Carta del Carnaro. La città fu luogo di incontro tra esponenti delle più disparate ideologie politiche: nazionalisti e internazionalisti, monarchici e repubblicani, arditi e futuristi, fino ai sindacalisti rivoluzionari, tutti spinti dalla comune volontà di rinnovamento. La decisione di evacuare i legionari da Fiume, dopo il trattato di Rapallo, produsse il Natale di sangue del 1920 lasciando dietro di sé una profonda lacerazione nazionale foriera di effetti incontrollabili.