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"La finestra si è aperta intorno alle due del mattino, negli ultimi tempi dormire si è fatto sempre più difficile, troppi i pensieri e le incognite per un domani apparentemente irraggiungibile. Vederla spalancarsi su un passato remoto mi ha provocato un sussulto, perché ho visto il ragazzo che ero e i sogni che portavo nella custodia di un basso elettrico. La schermata del computer non racconta l'emozione di dare uno sguardo alla mia vita, ma io ho stampato in mente le ansie, le gioie e le speranze di ognuno dei documenti riportati dall'inchiostro digitale. Li rivedo qui, dopo trenta e più anni, ne indago la forma, ricostruisco sembianze, aneddoti e situazioni. Rammento la trepidazione, le incognite e l'entusiasmo, i volti dei tanti fratelli di musica e arte incontrati e persi nei meandri di una Roma proiettata verso il futuro, ma ancora saldamente ancorata allo scorso secolo. Non dimentico nulla, assorbo ed elaboro ma senza discriminare ombre e luci. Rimpiango le facce che non ho fatto in tempo a mettere a fuoco e le conversazioni troncate da albe spuntate troppo in fretta. Respiro l'amore che ho avuto o anche soltanto vagheggiato, coltivo illusioni senza farmene schiacciare."