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Queste dodici lezioni non vogliono essere un manuale di storia per le superiori, ma proporre una prospettiva diversa dalla consueta. Esse nascono dall'esigenza dell'autore, docente di Storia, di interrogarsi su come le nuove prospettive poste dalla scienza della complessità potessero orientare in modo nuovo lo studio della Storia. Il carattere aperto del pensiero complesso ha permesso di rompere la rigida separazione tra scienze umane e scienze fisiche, facendo parlare al Premio Nobel per la chimica Ilya Prigogine, di "Nuova alleanza". Erano gli anni '70 del secolo scorso, ma da allora le cose hanno seguito uno sviluppo considerevole. La riflessione degli storici di professione non teneva per nulla il passo delle scienze fisiche, tant'è che il primo storico a parlare chiaramente di visione complessa è stato l'inglese Gaddis con The landscape of history (2004) mentre Rélier les connaissances (Convegno di Morin del 2000) non aveva lasciato tracce. Qualche contributo proveniva da discipline che si incontravano con la storia come l'economia, l'epistemologia, la biologia, ma non dalla storia in quanto tale: eppure già Prigogine aveva parlato di "freccia del tempo"