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Il libro vuole indagare la plausibilità della posizione materialistico-naturalista intorno al tema della natura a partire dal creazionismo secondo il quale «la natura è divina» in quanto frutto della creazione di un Dio persona a lei esterno; si tratta del rapporto fra Creatore e creato consegnato alle prime righe della Bibbia e tramandato dal monoteismo ebraico e cristiano, sia dal punto di vista cattolico, sia dal punto di vista protestante, fino a farne un dogma che, in quanto tale, è indiscutibile. Secondo il materialismo naturalista «la natura è divina» in quanto in essa si manifesta una circolarità, un'eternità ritornante di tutte le cose, una sempiternità, che riconduce ad un qualcosa di divino, cioè di perfetto, che è nella natura stessa. Nel percorso si incontrano, fra gli altri, Agostino e Arendt, Marx, Gramsci e Lukács, Leopardi e Diderot, Cartesio e Spinoza, Löwith e le forme contemporanee del materialismo naturalista riconducibili all'elaborazione di Orlando Franceschelli.