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Il volume ripropone all'attenzione degli studi il lavoro di Ennio Morlotti, figura centrale della scena artistica italiana del dopoguerra, concentrandosi sugli anni della formazione, dall'esordio nel 1937 fino al 1953. Inquadrando l'analisi delle opere nei dibattiti e nei posizionamenti del sistema dell'arte che animava la città di Milano, il libro ricostruisce temi centrali di discussione attraverso la prospettiva di uno dei suoi protagonisti: la stagione di Corrente e il rapporto con i maestri, l'impegno politico, il modello ingombrante di Picasso, i conti con l'astrazione e il realismo, l'uscita dalla crisi espressiva che colpì un'intera generazione alla prova dell'intensa temperie culturale degli anni del dopoguerra. Sospeso tra istanze di partecipazione e adesione generazionale e rivendicazione della propria identità di artista e di uomo, Morlotti rappresentò una delle voci più vive e appassionate in quel periodo cruciale per i destini dell'arte della seconda metà del Novecento.