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Partendo da Ragusa fino ad arrivare a Palermo, padre e figlio decidono di intraprendere un viaggio insieme attraversando la loro amata Sicilia. Nel percorso, i due visitano i luoghi simbolo della lotta contro la mafia ricordando chi, con coraggio, ha lottato per cercare rendere la Sicilia, e l'Italia tutta, un paese libero dalla criminalità organizzata. Le tappe di questo viaggio saranno scandite da continui rimandi alla letteratura italiana e riferimenti all'Inferno di Dante, come a evidenziare una sorta di parallelismo tra la mafia e l'inferno dantesco. "Il silenzio è cosa nostra e più non dimandare" è un testo coraggioso che, attraverso un linguaggio ironico e pungente vuole fare riflettere su quanto sia importante non dimenticare mai le proprie origini e ancora di più le persone che hanno perso la vita nella lotta contro la mafia.