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Esiste una storia consegnata ai manuali, quella che ci fanno studiare a scuola, quella dei "grandi", che, spesso e volentieri, ci annoia un po'. Esiste, però, anche una sottotrama, quella della storia vissuta dagli uomini e le donne come noi, quella della strada, che si può scorgere dentro le finestre lasciate aperte d'estate. Sono le storie che ci vengono dal nostro passato, affidate alla voce dei nostri nonni e delle nostre nonne, dei nostri padri e delle nostre madri. È la storia di ogni giorno, che resta impressa sulla pelle e sulla carta di Figli della guerra. Attraverso questo diario selettivo, Eduardo Martone intende rappresentare ottant'anni di storia italiana. Dalla guerra agli stenti che questa comportò, dalla ricostruzione, dai giochi poveri del dopoguerra. È la storia degli scugnizzi di strada, delle loro difficoltà educative e didattiche. Della crescita, degli amori, delle famiglie di un tempo. Quella dei sogni e delle delusioni, fino ad arrivare ai nostri giorni. Un diario intimo, che ci racconta della vita di uno, che potrebbe essere la vita di molti, per guardare alla storia del nostro paese da una prospettiva unica.