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«Terra matta»; «terra bruciata». I nomignoli affibbiati ai soldati siciliani nelle trincee della Grande guerra evocavano spesso un luogo che gli altri commilitoni immaginavano inospitale, selvaggio ed esotico. Benché lontana dal fronte, anche la Sicilia però visse il conflitto come un evento spartiacque. Questo documentato volume presenta, per la prima volta in forma organica, un quadro ampio e variegato delle scritture intime dei siciliani, soprattutto militari ma anche civili. Lettere, diari, memorie, oltre a far luce sui processi di nazionalizzazione e acculturazione patriottica, restituiscono la sofferenza per una guerra da cui ci si sente schiacciati ma anche lo spirito di adattamento e il senso di appartenenza a una storia e a un disegno imperscrutabile e più grande. Per alcuni dei giovani siciliani trascinati al fronte in località sconosciute e così diverse da quelle di provenienza, la guerra fu un'iniziazione alla vita, per altri un atroce obolo da versare: per tutti fu un avvenimento fondamentale destinato a cambiare l'esistenza propria e collettiva.