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«Mi adeguerò all'impianto artistico di Vorrei non poter parlare d'amore ma non sono fatto d'altro di Carlo Cecca, con l'intento di superare l'impianto di una prefazione. Sarò di parola con le parole di Cecca; mi farò suggestionare dalla musicalità incisa in alcuni versi, come in Vorrei non poter parlare d'amore (a "io non so parlar d'amore" Celentano aggiunge "l'emozione non ha voce") ma "purtroppo o per fortuna (ebbe a dire anche Giorgio Gaber) non sono fatto d'altro / se non di te". L'amore quindi, tema comune a molte poesie, è affidato a una scrittura emotivo-reattiva maturata sulla base di testi e sonorità musicali in cui ci si sente immedesimati. L'idea mi intriga e mi tiene per un po', come quando mi sembra di rintracciare Vasco in Respirare, l'anelito all'innocenza perduta, o "mi piacerebbe ritrovare un senso" (ancora Vasco) "a quest'eterna dannazione" (ritrovare, lui non più bambino, l'innocenza persa), o di rintracciare il rap in Sogno o anche in Scusa. E che dire di "Sei come una farfalla" (Farfalla) che riecheggia (ricordate Carosone) La pansé? L'impossibilità del non parlare d'amore si ha con Tuona, perché l'emozione del tocco non è descrivibile ma scende nelle profondità dell'essere...» (Dalla Prefazione di Onofrio Arpino)