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Tirana. Albania. Le vicende di una famiglia vissute attraverso gli occhi di una bambina che diventa una giovane donna. Gioie e dolori, figure familiari e amici. Un quadro colorato, costellato di momenti buffi e gioiosi, alternati a drammi familiari e sociali. Il piano personale si intreccia con le vicende di un'Albania di fine anni '80 - inizio '90, devastata dagli effetti del regime comunista che ricadono pesantemente sulla popolazione. La libertà vigilata, il cibo razionato, la dittatura che impone regole e divieti. La piccola Lul è spettatrice di questo mondo prigioniero di se stesso, vissuto e subito nelle quotidianità del suo microcosmo familiare. Genitori, nonni, zie e zii, amici, tutto ruota attorno alla giovane protagonista che, con sguardo attento, delinea per ognuno un quadro preciso e profondo. La piccola Lul e Tirana con le sue strade polverose e dissestate, le piccole case, modeste ma curate. La bambina guarda, soffre, gioisce, cresce. E diventa una giovane donna, amante della poesia e della letteratura. Poi l'università e l'incontro con l'universo maschile. L'elemento autobiografico si mescola con quello onirico, fantastico e immaginifico. La realtà di quegli anni e gli occhi sognanti della protagonista che trasfigura tutto. Una storia sentita e per questo caratterizzata in ogni momento dall'esigenza di essere narrata e condivisa. La sapienza narrativa di questo romanzo sta nel fatto che il tessuto testuale si snoda attraverso un esteso flashback che, in prima persona, racchiude la narrazione in una struttura a cornice.