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Marco Gemignani racconta la storia della sua vita, dalla fanciullezza all'età adulta. Una vicenda in larga parte autobiografica, certo, eppure non in senso stretto. L'autore, infatti, riesce, attraverso la sua storia personale, a tratteggiare bene gli anni Sessanta-Settanta del secolo scorso e una intera generazione. Sono i formidabili anni del Dopoguerra, quelli dei juke-box e del rock and roll, della vespa e della lambretta, dei blue jeans e del bikini. Anni di incertezze e scommesse, ma sicuramente di grandi speranze. La famiglia del protagonista vive nella campagna intorno al comune di Massarosa, situato a metà strada tra la Versilia e la città di Lucca, in Toscana. Il padre è autista di camion e il lavoro nei campi così come l'allevamento degli animali da cortile servono per arrotondare le entrate. La vita sociale, in particolare quella degli uomini, si svolge attorno al Bar Ferro, dove ci si riunisce la sera e nel fine settimana per giocare a carte, chiacchierare di pesca e di caccia. La morte improvvisa del padre, lo catapulta appena adolescente nel mondo degli adulti e lo investe di impegni e responsabilità che, talvolta, appaiono sproporzionati rispetto alle sue forze. Il primo amore per una disinibita coetanea, la scoperta del sesso, la scuola, il lavoro estivo, i divertimenti e le delusioni, tutto ciò concorre a forgiare il carattere del giovane protagonista che dalla vita, o almeno così sostiene, vuole solo leggerezza e serenità. Sentimenti e valori ormai dimenticati, nessun compiacimento letterario, stile puro e asciutto ma non per questo meno incisivo.