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Stella, una splendida bambina di sei anni, sembra avere un futuro radioso davanti a sé. È intelligente, bella, simpatica ed è profondamente amata dalla sua famiglia. Un giorno il suo stesso padre, Diego, le toglie la vita con un gesto tanto inqualificabile quanto inspiegabile, gettando tutti nella disperazione. Dichiara di voler seguire la sorte della figlia, ma non trova il coraggio di uccidersi. È Emma, una delle cugine dell'omicida, a raccontare la vicenda da un particolare e tragico punto di vista, quello di chi è parente della vittima e contemporaneamente del suo carnefice. Con il passare delle settimane, Emma si trova a dover fare scelte sofferte, stretta fra la tentazione di abbandonare l'assassino al suo destino e l'impossibilità di farlo a cuor leggero, a causa di una situazione familiare che non le lascia molte alternative. Quello della protagonista è un "viaggio interiore", un percorso doloroso, ma necessario, che intende mettere a nudo il dramma vissuto dalla famiglia dell'assassino, composta da persone perbene, che nulla hanno a che vedere con un delitto tanto atroce, ma che si ritrovano, loro malgrado, catapultati in una realtà difficile da gestire, impossibile da accettare. Emma diventa il punto di riferimento del suo nucleo familiare e si vede costretta a prendersi responsabilità di cui farebbe volentieri a meno, mentre gli altri cugini dell'assassino si eclissano, evitando qualsiasi contatto con Diego, tradotto nel frattempo in un carcere di massima sicurezza. La famiglia dell'assassino si restringe sempre più, fino a contare un piccolo drappello di componenti. «È giusto?», si chiede spesso Emma. Forse non è giusto ma è sicuramente inevitabile.