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Nel racconto lungo "Il truffatore" un uomo viene assassinato a colpi di mazzuolo nella sua villa nella campagna di Povo, un paese che giace sulle colline che circondano la città di Trento. Le indagini sono complicate dal fatto che la vittima era un uomo d'affari del tutto privo di etica, che aveva passato gran parte della sua vita truffando e rubando, con azioni al limite della legalità, e qualche volta anche oltre. In seguito viene ucciso un altro torbido personaggio legato alla prima vittima, ed emergono pesanti indizi a carico di un uomo, che tuttavia il capitano Moser giudica innocente. Grazie all'aiuto della moglie, confinata in casa con i loro gemelli di pochi mesi ma ancora disposta a mettersi in gioco, il capitano e il suo assistente, il sottotenente Lauro Trimarchi, riusciranno a ricostruire la diabolica trama dell'assassino. Nel racconto "La registrazione" il capitano Moser è in congedo temporaneo per un infortunio sul lavoro, ma viene contattato da una donna in carriera che si sente minacciata da un uomo dall'aspetto equivoco, che la sta sorvegliando per ordine del marito. Perché lo sta facendo? Forse perché l'uomo, che come la moglie è un professionista di successo, pensa che lei lo abbia tradito con un altro? Il capitano cerca di dare una mano, e pare che la faccenda possa risolversi in una bolla di sapone, finché si verifica un omicidio. Di chi è la responsabilità? Di lui? Di lei? La risposta ad un certo punto sembra evidente, ma poi ancora una volta c'è un cambio delle carte in tavola, e ancora una volta le cose si rivelano diverse da come sembrano.