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Dall'inizio alla fine Matteo è il Vangelo della prossimità: Dio non è più trascendente, il Regno di Dio è dentro di noi. La religione del Figlio si sostituisce a quella del Padre, la Parola (il Verbum) si fa carne, l'iniziazione con l'acqua diventa battesimo di fuoco, l'"anima" e lo "spirito", diventa "carne" e "sangue". L' "immortalità dell'anima", diventa "resurrezione della carne". Il Vangelo di Matteo non è celeste, ma terrestre, e noi siamo beati perché erediteremo la terra, non il cielo. Il passaggio di consegne tra Giovanni battista e Cristo, prima che presso il Giordano, avviene già tra il grembo di Maria e quello di Elisabetta. E perché Maria, la madre di Cristo, in quattro Vangeli dice tre sole frasi? Il suo silenzio assordante sia il più potente motivo di analisi della Parola, soprattutto quando è parola mancata. Analisi della parola che, poi, sta per analisi della vita, che gli antichi hanno chiamato psyché. Un falegname di Nazareth ha battuto un medico di Vienna.