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Immersi come siamo in un mondo che urla e grida e strepita, abbiamo dimenticato il destino di Atlante: colui che, alla frontiera del mondo, il mondo porta sulle spalle e in silenzio, quasi stoicamente. Eppure, dal silenzio e dalla meditazione, nascono e rinascono parole che possono aiutare a ritrovare un senso smarrito: fra la storia miserabile e la geografia quotidiana, nei sogni notturni e fra le stagioni di un anno, dalla riva del mare e dentro un amore sofferto e tenacemente ritornato, la poesia recupera la pienezza della vita, l'incerto sguardo si fissa in voci e ritmi e può ridirsi, diversamente, vivo.