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Il termine greco hýbris, letteralmente pronunciato iubris, indica un tema ricorrente della narrazione tragica, che assurge a molteplici significati sintetizzabili nel sentimento di orgogliosa tracotanza di colui che si spinge a considerarsi superiore alle leggi di Dio e degli uomini. Tale altezzosa arroganza è il filo conduttore che connette tra loro le vicende di don Pepé, uomo rozzo e borioso ma maestro nel tessere la ragnatela della politica locale del piccolo borgo di cui è sindaco ma allo stesso tempo signorotto. La pungente e spregiudicata ironia del giornalista, nelle vesti di primiparo romanziere, regala uno spaccato caratteristico della realtà urbana dei piccoli comuni della seconda metà del '900, nei quali prese forma quello che ad oggi è diventato un topos politico: il "cerchio magico" non è un'invenzione della nuova repubblica, bensì un lascito ereditario delle logiche di controllo e gestione dei piccoli centri in cui le tre figure rappresentative del potere locale, sindaco, parroco e medico condotto, regnavano spesso in reciproco conflitto ma incontrastati...