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I Cantoni - non Cantiche - di Alberino Zaffoni riprendono la tradizione dei poemetti ironico-sarcastici, i cui temi fondamentali ruotano intorno alla fustigazione dei costumi, all'invettiva contro i potenti, alla esplorazione del male presente nella società contemporanea. I Cantoni, indicano piuttosto una visione delle cose condotte da un io poetico che si colloca, rispetto alle più importanti questioni politiche e sociali, in posizione non preminente, ma quasi di fianco, a lato di esse. E' un osservatorio laterale che diviene però punto di vista privilegiato, per poter cogliere le contraddizioni del presente senza venirne coinvolto. La costruzione in terzine agevola e sostiene l'andamento discorsivo della struttura poetica e modula l'asprezza delle considerazioni in un tono serio-comico di più forte effetto persuasivo nei confronti del lettore. Lo Staffile, fustigazione dei costumi corrotti, agisce qui con sagacia e perspiquità, muovendo un impasto lessicale, in cui i termini del linguaggio quotidiano e di gergo si mescolano con quelli di un linguaggio più elevato, e con le formule della tradizione poetica di genere.