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"Ricordo con un po' di nostalgia la prima gita a Verona, oppure quando ho fatto il bagno nel mare di Camogli, non sapendo che l'acqua era salata e si restava a galla sbatacchiando mani e piedi alla rinfusa. In entrambi i casi, subito dopo aver superato l'agitazione di essere fisicamente in un luogo bello e diverso dal solito, l'emozione era anche quella di vedere le cartoline che i grandi compravano per raccontare a parenti e amici la loro vacanza. Assistevo a quel rito subendo in silenzio le scelte degli adulti e pensavo che un giorno avrei preso e scritto personalmente i miei biglietti da spedire. Ormai sono trascorsi molti anni e di cartoline illustrate ho fatto in tempo a inviarne non poche, ma oggi non si usano più perché basta una telefonata e si può far vedere la vita in diretta a chilometri di distanza, lasciando così definitivamente cadere quella sorta di immaginazione che a volte rende la nostra storia più interessante, unica e speciale".