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"Suoni lontani" è la storia di un bambino riportata da un bambino. È un racconto limpido e spontaneo che restituisce attraverso immagini, vibrazioni, suoni intensi e dimenticati l'animo candido dell'infanzia. La storia di Alberto Lanati è quella di una fanciullezza uguale eppure così diversa da tante altre. Tempo discorde il suo, perché vissuto in un modo differente da come dovrebbe essere e perché a tratti manca della melodia e del ritmo dolce di quella tenera età. La sua somiglia a un carillon dentro una scatola di carta, uno scrigno d'innocenza dipinto con disegni dai contorni sfumati, opacizzati, indefiniti e a tratti scuri, all'interno dei quali si confondono mescolandosi la scoperta, il gioco, ma anche la paura dell'abbandono, i dubbi, le speranze, le domande, e il mistero del mondo inafferrabile che con benevolenza lo custodisce e al tempo stesso inspiegabilmente lo circonda. Sono queste le suggestioni che scaturiscono da una infanzia ostacolata e privata temporaneamente degli affetti più grandi, e dove solo la purezza, dono supremo, è in grado di preservare e proteggere i desideri e i sogni che altrimenti andrebbero perduti.