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La prima parte del titolo che Gianfranco Amato ha voluto dare al libro, richiama uno slogan della "teologia della liberazione" latino-americana, che ha impoverito buona parte dei popoli in cui si è diffusa. Se si andasse invece all'ammonimento del Signore: «I poveri li avete sempre con voi, e potete fare del bene quando volete, ma non sempre avete me» (Mc 14,7), si comprenderebbe che non c'è atto di carità più grande del culto a lui dovuto e che la dispendiosa unzione compiuta a Betania, avrebbe ricordato in tutto il mondo. Gesù si è immedesimato nei poveri, ma ci ha anche ammonito a non anteporli a Lui. Purtroppo, il sacrificio di Cristo fino alla morte, cuore del mistero pasquale, è oggi oggetto di oblio e manomissione nella Chiesa. Il "teologo" di cui riferisce Amato e che osa affermare che il culto divino è meno importante della giustizia, è giudicato proprio dalle suddette parole di Cristo. Non c'è atto di giustizia più grande – vere dignum et iustum est – del dare a Dio quello che è suo: appunto l'onore e la gloria del culto. Nulla vi si può anteporre, ricorda san Benedetto.