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Con puntuali riferimenti ai testi danteschi, in questo saggio si spiega come il sogno d'ordine politico di Dante - per il poeta coincidente anche con un ordine morale e spirituale per la società tutta - sia l'Impero (di cui l'aquila è 'segno'), sul modello dell'Impero di Roma. Il sogno, o meglio il progetto politico dantesco, solo in apparenza passatista e anacronistico nell'Italia comunale del Trecento, è invece un forte richiamo, più che mai valido ancora oggi, a recuperare le ragioni etiche del fare politica e una decisa condanna del tradimento dei valori-cardine della società umana da parte dei governanti del suo tempo e delle alte gerarchie della Chiesa mondanizzata e politicizzata