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«Le poesie della poetessa e scrittrice Carmelina Petullà concretizzano in parole le immagini plastiche, vigorose e slanciate che le sculture di Rabarama ci regalano. Pura emozione entrambe. Sembrano nate in sinergia: nella scultura di Rabarama senti quell'afflato mistico, quel dolore, quella gioia che emanano le opere e ne sei ipnotizzato come un magnete attirato dal ferro; nelle poesie della Petullà si realizza quel momento contemplativo che scatena nell'animo emozione, trepidazione, commozione. Di fronte a questa materialità lirica, tutta l'aria dell'universo sembra essersi fermata ma l'uomo, nonostante la sua pochezza, ne è ancora il protagonista. Poesia e scultura sembrano arti distanti, ma non è così. La poesia si realizza sulla musicalità delle parole e la Petullà tesse le sue note sui concetti e l'architettura compositiva che Rabarama le ispira, un mondo artistico denso di istinti, di sensazioni, di colori, di amore per la sinuosità delle forme umane. Insieme le due arti fanno provare un'emozione unica, trasmettono quella sensazione di armonia e di intesa, di libertà del corpo umano, dell'uomo in meditazione o perso chissà dietro quale pensiero. Diceva Tagore che "la linfa della contemplazione è un liquido di pace, e la linfa della pace è un liquido di perfezione". La poesia della Petullà perviene alla contemplazione facendo attraversare momenti di profonda riflessione e il nostro spirito sembra esultare nell'emozione che cattura. Letture che trapassano il cuore, che ipnotizzano come quando passeggi per il lungomare Falcomatà di Reggio Calabria e all'improvviso ti ritrovi l'umanità di Rabarama.» Prefazione di Marcella Davola.