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Un'opera insolita, nuova, quella in cui ci imbattiamo leggendo L'isola di Fimia. Ci conduce per mano uno scrittore raffinato che ci fa immergere nel mondo straordinario di una piccolissima isola che si staglia misteriosa. E l'autore sfodera con leggerezza le note di una storia personale che diventa Storia di tutti, di un angolo affascinante di una Sicilia ancora una volta metafora di percorsi nascosti nelle pieghe remote di una sicilianità che si fa cifra universale. Narratore è il nonno che racconta al figlio e ai nipoti, che vivono in Germania e sono venuti a trovarlo, storie, leggende e cunti. Ma anche fatti veri. Così il lettore può attingere a vicende, curiosità, particolari nascosti, un almanacco ricco e variegato, una passeggiata deliziosamente infarcita di aneddoti all'interno di una cornice storica, un cammino antropico intriso di folklore con preziosi richiami a fatti ufficiali, testimonianze di vita reale. È la partecipazione sentita di una scrittura che vuole trasmettere un bagaglio di emozioni e consegnare ai posteri un patrimonio di avvenimenti e di vicissitudini per sottrarli all'inesorabile forza edace dell'oblio.