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«La poesia non è tutto quello che voglio scrivere, tutti i pensieri non entrano nella mia penna» Così esordisce Paolo Dompè in uno dei suoi componimenti, ma chi leggerà la seguente silloge comprenderà presto che, in realtà, l'autore è riuscito a esprimere in queste pagine pensieri profondi e coinvolgenti, che al di là della bellezza stilistica sanno sorprendere perché spingono, delicatamente ma con incisione, alla riflessione collettiva, e perché trasmettono emozioni intense. Sì, perché sia nei componimenti iniziali della raccolta, in cui la metrica aderisce a un'architettura più tradizionale, sia in quelli che si presentano quasi come un racconto, animato dai sentimenti ripercorsi e dai loro simboli, la grazia della poesia emerge insieme all'immediatezza dei messaggi, che giungono chiari al lettore anche quando sono parzialmente celati da un velo di ricercatezza. Del resto, l'autore è ben consapevole di quante sfumatura connotino l'esercizio della "parola" e sa servirsene egregiamente.» (dalla prefazione di Marina Sarracino)