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«Forse, se dovessimo descrivere con una frase l'essenza di Alberto La Prova - in arte Alberto Kofi - in quanto uomo e poeta, potremmo scegliere quest'aforisma: "non si vive per viaggiare, ma si viaggia per vivere" - o sopravvivere, aggiungerei. Definirei infatti "La follia di Aiace" una silloge nomade, perché esiste al di là degli assi cartesiani dello spazio-tempo, in un universo mitopoietico ove antico e moderno di fondono in una sintesi prodigiosa; ove uomini, Dei ed eroi si muovono e risuonano dietro le quinte di una perfetta scenografia. D'altronde, la seduzione e la commistione con le suggestioni dell'antica Grecia, si configurano subito come un intreccio indissolubile alle parole del poeta, e una circolarità non accidentale contrassegna la sua piena riflessione metafisica. [...]» Dalla prefazione di Giuseppe Palladino.