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Abobakar, Nurusn, Hanna, Ahmed, Duoadi Medhi, Mohammed, Abib, Natalia e tanti altri, sono i giovani protagonisti di questo testo-testimonianza di Fiorì Palmeri. Nessuno lascia la terra natìa, gli affetti e la propria casa, se non costretto da motivazioni gravi, per sfuggire a guerre, persecuzioni politiche e sociali che in Paesi, come quelli africani, colpiscono pesantemente piuttosto che in altri. La fuga, spesso in modo illegale, rappresenta anche un'opportunità, un modo per realizzare i propri sogni di libertà ed indipendenza economica. La maggioranza di loro tenta l'ingresso in Europa vista come unica realtà possibile di sopravvivenza; quindi con sacrifici immensi racimolano i soldi per affrontare il viaggio della salvezza. I traghettatori di anime hanno pochi scrupoli, pongono condizioni perentorie, esosi pagamenti per la traversata e non ci pensano due volte a gettare in mare coloro che durante il viaggio periscono per gli stenti e per la mancanza totale di condizioni igieniche. Il mar Mediterraneo se potesse parlare racconterebbe della tanta disperazione che si cela tra le sue acque; migliaia di corpi giacciono nei suoi fondali; tutto questo per aver sognato una vita migliore, per aver sperato... Fiorì Palmeri racconta di come l'Italia, materna ed al centro del Mediterraneo, da sempre abbia avuto un ruolo predominante nell'accogliere queste vite.