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Carlo, un siciliano che ha fatto fortuna negli Stati Uniti, torna in Sicilia per mettere in atto il suo progetto: risollevare le sorti dell'isola affrancandola dalla violenza e dal malaffare. Carlo è un mafioso, figlio di mafiosi e da sempre avvezzo a quell'ambiente e a quelle consuetudini. Ha però della mafia una visione romantica, libera da qualsiasi forma di violenza e vessazione, specie se gratuita. Per fare ciò che ha in mente, desidera mettere in atto, attraverso un referendum confermativo, la secessione della Sicilia, in modo che la neonata repubblica possa essere governata dagli uomini di mafia con un modus operandi molto lontano da quello canonico, che permetta uno sviluppo sociale ed economico nella regione. Niente più violenze, legalizzazione di droghe e gioco d'azzardo, apertura di case di tolleranza: questi i passi essenziali per affrancare l'isola dalle violenze. Con l'adozione di queste misure, secondo Carlo, i mafiosi non avrebbero più bisogno di delinquere. Per raggiungere il suo obiettivo, Carlo coinvolge alti rappresentanti della Chiesa Cattolica con un forte ascendente sulle decisioni del popolo italiano, allettando gli stessi prelati con la promessa di farsi fautore e di convincere l'opinione pubblica della necessità di un'innovazione in campo ecclesiastico: permettere ai membri del clero di prendere moglie e avere figli. Queste le due storie che si intersecano nel corso del romanzo, alle quali fa da sfondo una romantica storia d'amore adolescenziale.