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1941. Gerusalemme. Una tomba viene alla luce durante gli scavi condotti dall'archeologo ebreo Eleazar Sukenik e dal suo assistente Nahman Avigad. Il sepolcro sembra di poco valore, ma poi acquista grande importanza quando viene attribuito alla famiglia di Simone di Cirene, citato nei Vangeli come colui che aiutò Gesù a portare la croce. La tomba diventa il punto d'incontro di due storie. Una è quella di Simone, vissuto nel primo secolo; la sua famiglia sarà vittima degli eventi tragici legati alla distruzione di Gerusalemme del 70 d.C. L'altra è la storia, realmente avvenuta, del ritrovamento della tomba e dello scontro di personalità tra Sukenik ed Avigad. Alla fine, l'importante scoperta archeologica non sarà divulgata. Le due vicende si svolgono entro scenari lontani nel tempo, seppure con molte analogie, all'ombra della città che racconta le millenarie contraddizioni dell'uomo, perennemente in bilico tra guerre, spiritualità, intolleranze e tentativi di convivenza pacifica.