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Nell'arco di quasi un secolo quattro storie prendono vita sullo sfondo siciliano, dipanandosi tra le sciare, la campagna e le spiagge. Con un linguaggio a tratti folcloristico l'autore narra il fidanzamento di Paolino e Rosaria, combinato com'era in uso all'epoca, e ci mostra il mondo dei cavatori di pietra, un lavoro duro e di certo poco gratificante. Così come non dà gioie la realtà del contrabbando: a testimoniarlo è Tano che dovrà attendere un bel po' per vedere il suo bambino. L'incoscienza - o cattiveria? - della gioventù senza svaghi cambia la vita di Vito detto l'asino fino all'epilogo più triste. E per ultimo, piccola perla psicologica sulle umane debolezze, assistiamo al subdolo sfruttamento della donna da parte di chi dovrebbe amarla. Fatica e sudore, poche gioie e un afflato poetico che ora commuove ora fa nascere un sorriso aleggiano tra le righe dal sapore verghiano, dove la vita non è certo facile, ma la speranza di un futuro migliore resta sempre viva.