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Il "Musico sapientissimo di Noja", Rito Selvaggi definito così da Gabriele d'Annunzio, fu un musicista poliedrico, raffinato e attento studioso di repertori dimenticati. Definito dalla critica coeva come il novello Arrigo Boito, fu stimato autore di composizioni sinfonico/operistiche, da camera e solistiche. Ideatore del "Teatro cristiano", ha realizzato la più significativa produzione di musica sacra del XX secolo. La sua tempra di combattente lo porta a non risparmiarsi durante i due conflitti mondiali e a non rinnegare mai la sua adesione al Regime fascista anche quando, dopo la caduta, questa rappresenterà una minaccia per la sua persona e carriera. Piene di fascino le relazioni con i poeti Gabriele d'Annunzio, Antonio Fogazzaro, Enrico Maria Fusco; con i musicisti Amilcare Zanella, Umberto Giordano, Giuseppe e Arturo Benedetti Michelangeli, Carlo Zecchi, Ferruccio Busoni, Alfredo Casella, Tullio Serafin, Beniamino Gigli, don Perosi; con Vittorio Emanuele III e la regina Elena, Benito Mussolini, Umberto Nobile, Francesco Sacco, i Ministri Giuseppe Volpi, Giovanni Giuriati, Galeazzo Ciano; il drammaturgo Sebastiano Lopez, il sen. Giovanni Leone, il regista Franco Lattuada.