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Genova, 1997. Perché uomini e donne che non hanno nessun rapporto fra loro, provenienti da vite dissimili ma egualmente irrisolte, sono indotti a cercarsi, spinti da una forza irresistibile che trascende la comprensione razionale? Uno dopo l'altro, seguendo indizi e decifrando messaggi, si inoltrano in una dimensione sperduta nel tempo che sembra accomunarli: un enigma la cui chiave si celerebbe in un dipinto dell'artista genovese Alessandro Magnasco, detto il Lissandrino. Sarà necessario ricorrere all'intervento di un iconomante, specializzato nell'interpretazione dei codici sepolti nei dipinti, e ritornare ai drammatici eventi della rivolta genovese del 1746, per dipanare il mistero. Violenze e sopraffazioni, sacrifici rituali, orge sanguinarie, nefandezze di ogni sorta si fondono in un incandescente crogiolo storico in cui, alla tensione fra l'avida tracotanza dei patrizi e la feroce reazione popolare, si contrappone il difficile percorso di chi ha fatto dell'arte la sua ragione di vita. Il romanzo di Michele Branchi percorre tutti i sentieri del giallo, del mistery, del noir storico, proponendosi come un gotico moderno sull'arte e sull'esoterismo pittorico.