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Un industriale dalla vita brillante, promotore e sostenitore di attività culturali e sportive nella Napoli della metà degli anni Venti, scompare la sera dopo il veglione del martedì grasso organizzato presso il Circolo Canottieri, sulla banchina di Castel dell'Ovo. Il commissario Ruffo è chiamato ad indagare sulla scomparsa. Quando infine il cadavere di Giorgio Arcella è rinvenuto in una scoscesa cupa dalle parti di Capodimonte, le modalità dell'assassinio, le origini ebraiche della vittima e l'affiliazione a una loggia massonica fanno sorgere nel poliziotto il sospetto di un omicidio politico. Tuttavia, continuando a scavare nella vita privata dell'uomo, verranno alla luce trame di ben altra natura, che coinvolgono persone assai vicine all'industriale. Nonostante le difficoltà dell'indagine, condotta in maniera felpata per evitare di scontrarsi con esponenti del Partito, Ruffo e il suo fido Lezzi riusciranno a portare a termine la loro missione, che è, come sempre, quella di arrivare a scoprire la Verità.