Tab Article
Salvatore Vizzini lascia la sua Sicilia, la sua famiglia e l'amata Paola per raggiungere il fronte Russo nei pressi del fiume Don, da cui non farà ritorno se non come un nome in un elenco interminabile di "disperi", gettando i suoi congiunti nello sconforto di non poter neppure piangere su una tomba ed affidando alle generazioni successive il compito di scoprire la verità e chiudere questa ferita sospesa nel tempo. Sarà così che oggi Salvatore Rinaldi, il pronipote di vent'anni, si farà carico di restituire a tutti la propria parte di "sospeso", mostrando al contempo una maturità e una profondità di riflessione che spesso si tende a non attribuire ai giovani. Nella testa di Salvatore Rinaldi riecheggia la sofferenza di questo omonimo avo disperso nel freddo, che promuove in lui un tarlo inaspettato e scomodo: ha vissuto meglio la generazione dei vent'anni degli anni quaranta o la sua di oggi? La risposta che troverà, non ha nulla di scontato. "Argento nero" offre uno spaccato transgenerazionale che svela il passaggio e a tratti il peso, delle promesse richieste ai nostri figli, del condizionamento emotivo che ne consegue e della difficoltà di mantenerle in un mondo che cambia: sia tu madre, padre, figlio o nipote.