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Il "Diario", scritto da Andrea Gagliardo, un autodidatta, un contadino, emigrato di ritorno dagli Stati Uniti, non appena scoperto ha da subito catturato l'attenzione degli studiosi, in particolare per gli spunti che offre alle indagini sulla storia dell'emigrazione ligure. Andrea, per potersi far capire da un ipotetico lettore, inventa un linguaggio personale, un misto di italiano, inglese e genovese, decisamente gustoso per le coloriture, soprattutto quando è assalito dall'ira o descrive lo stato del cielo, un linguaggio per certi aspetti paragonabile al siciliano inventato dal suo omonimo Camilleri per il famoso Commissario un secolo dopo. Il fenomeno migratorio raccontato da Andrea nelle pagine del suo diario richiama l'attualità, la difficoltà che i giovani di allora incontravano per poter attraversare l'oceano, i numerosi tentativi falliti, le famiglie, allora come oggi in molti casi, crudelmente divise da un mare. Dalle pagine del "Diario", dalla quotidianità...