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Interrogarsi sulla spiritualità in carcere significa essere capaci di cammino e di ascolto. Nel dialogo cerchi di dire qualcosa di quello che vivi e che credi, ma capisci che in modo inatteso e sorprendente nell'animo dei prigionieri si apre lo spazio per riconoscere la paternità di Dio. Sentire la presenza del proprio Dio rigenera come persone degne della propria dignità. Non sei abbandonato a ciò che accade dentro e fuori di te. Vinci le paure che ti assalgono. Senti una forza che non ti abbandona, un dono di figliolanza prima misconosciuta e poi riaccolta. Anche se nella vita hai sperimentato nella tua famiglia rapporti burrascosi e anaffettivi ora puoi contare su un Padre accogliente, misericordioso. Questo racconta don Virgilio Balducchi, che ha dedicato la sua vita di sacerdote al servizio dei detenuti. Per vent'anni è stato cappellano del carcere di Bergamo e dal 2012 ricopre il ruolo di ispettore generale dei cappellani carcerari italiani. Suor Annuccia Maestroni aggiunge qualche tratto dell'esperienza femminile.